Nel mese di aprile la Commissione Europea ha discusso la legge per rendere lo standard USB-C quello ufficiale per ricaricare i dispositivi elettronici mobili. Ancora non è chiaro quando verranno tolti tutti i cavi USB-B, ma possiamo immaginare che entro maggio 2024 in commercio ci saranno solo dispositivi ricaricabili tramite USB-C.
Perché adottare uno standard comune?
Non sono stati pochi negli ultimi anni i consumatori che non hanno approvato la scelta di produrre smartphone e altri dispositivi portatili con porte di ricarica di diversi formati. Apple ha Lightning, i moderni smartphone USB-C mentre quelli più datati USB-B.
Questo comporta non solo confusione tra i consumatori, ma anche un grande spreco di risorse, in quanto è necessario cambiare cavo di alimentazione ogni qualvolta si passa a un telefono più moderno.
Il problema dei rifiuti elettronici è molto serio, in quanto si stima che ogni anno se ne producano almeno 13 tonnellate in tutto il mondo. Per ridurre questo problema, si è deciso di creare uno standard di ricarica comune, a eccezione dei dispositivi wearable che manterranno ancora l’USB-B. Non solo: è anche una manovra per risparmiare più di 250 milioni di dollari all’anno nella produzione di nuovi cavi, destinando le materie prime ad altri produttori.
Un passo avanti come gli sprechi: la ricarica wireless
C’è chi legge l’adozione dello standard USB-C come una semplice fase di transizione in attesa di una diffusione massiva di dispositivi casalinghi per la ricarica wireless. A quanto pare, dal 2026 in poi verranno abbandonati i cavi, quindi gli ingombri e le scomodità, a fronte di alimentatori piccoli, pratici e integrati con altri elementi di arredo in casa.
Niente più sprechi di soldi e materie prime, ma neanche confusioni e incompatibilità: l’USB-C è uno standard di ricarica che semplificherà enormemente le abitudini dei consumatori e non possiamo che attendere il 2024 per adottare questo unico modello.